Sul senso del dovere dimenticato


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Articolo presente anche su La nuova Calabria https://www.lanuovacalabria.it/post/la-riflessione-di-valentina-falsetta-sul-senso-del-dovere-dimenticato

“Questo Paese non si salverà, la stagione dei diritti e delle libertà si rivelerà effimera, se in Italia non nascerà un nuovo senso del dovere”. Aldo Moro ai gruppi parlamentari della Dc il 28 febbraio 1978.

Il senso del dovere è quella tal cosa che permetterebbe a questo Paese di progredire alla luce di una rinnovata consapevolezza. È in sostanza quella contro spinta ai nemici dell’avanzamento: inerzia, accondiscendenza, collusione. Inevitabilmente nella vita di uomini di Stato e uomini comuni accade: trovarsi difronte al bivio del compromesso e della scelta eticamente giusta. Emblematico il caso del magistrato Silvia Curione, la quale di recente ha fatto arrestare il procuratore di Taranto e all’opposto il caso Palamara.

Vi sono situazioni in cui il compromesso diventa consuetudine, dimentichi i protagonisti dei casi concreti del fatto che nessuno possa galleggiare al di sopra della legge, ma ancora forti del senso di abitudine e masochismo dell’italiano medio. Di compromessi questa grande e bellissima nazione vive e si nutre, ancor di più in un’era fatta di decadentismo morale e politico.

Il cittadino dimentica in fretta i compromessi e i giochi di potere scoperti: il cittadino, ora, vuole l’Uomo che vada contro tutti quei disvalori che si pensano causa dei problemi italiani e che parli alla massa di ciò che si aspetta nel breve termine: l’unione europea, i migranti, il bonus bebè e la cassa integrazione. Ci si accontenta delle briciole insomma, della sopravvivenza piuttosto che di un piano ricostruttore a lungo termine.

Se l’uomo politico scende a patti con se stesso, infedele e irrispettoso – ove ci sia – della propria intelligenza, è perdonabile. Di contro l’uomo che cammina nella giustizia e che opera mercimonio della funzione pubblica è messo al rogo. Lecito, ma incoerente.

Quanto è importante, dunque, la percezione del rischio? Il politico privo di senso del dovere, irrispettoso del Parlamento in cui siede, calpestante l’alto compito cui è stato preposto dal popolo, sovente viene dimenticato o addirittura avallato.

Tante le scusanti che nel corso della storia abbiamo visto affibbiate a personaggi discutibilissimi: c’è chi osanna Silvio Berlusconi o Giulio Andreotti contigui alla mafia dinamica. Un elemento ancora più esplicativo: chi non li sostiene più ha la sua motivazione non nella contiguità ad ambienti e membri dell’associazione mafiosa, ma semplicemente nel fallimento delle promesse. Vedete, l’italiano riesce a perdonare persino la mafia al Politico, la stupidità, riesce a tergiversare, tutto si accetta purché quell’uomo riesca a portare benefici minimi.

È qui il punto a partire dal quale il senso del dovere è stato dimenticato, in cui è diventato fantascientifico immaginare un’opposizione e una maggioranza darsi battaglia per i diritti del popolo e non per accaparrare il podio dei meme quotidiani. In tutta verità, questi uomini costantemente perdonati, non analizzati, presi in simpatia per i fail, sono lo spaccato più triste di un Italia rosicchiata fino all’osso e che, mi duole dire, persino nella parte più giovane resta inerte ai richiami del dovere. Dovere di reclamare i nostri diritti, non centellinati, dovere di ricordare che recarsi in Parlamento non è una sfilata egocentrica o una gara a chi accusa di più l’altro, ma il più alto degli incarichi.

Questi uomini mi ricordano piuttosto cabarettisti con lo stuolo di stolti che applaudono, gli stessi che si indignano unicamente per gli scandali della magistratura. Al sommo Legislatore, quindi, chi ci pensa? Ed al senso del dovere dimenticato da tutti in nome di vantaggini neanche mai arrivati, al fascino che ancora si scorge nel Parolaio ignorante? Dimentichiamo i voti che hanno permesso, in Calabria, di avere come presidente del Consiglio regionale un personaggio che, in un clima di tensione antirazzista, parla di colonialismo fascista come dispensatore di pace in Africa? 

Li perdoniamo e loro, per ringraziare, ci hanno dimenticato. Hanno costruito una ragnatela di trappole atte a farci fuggire dalla madre patria, eppure ancora non si percepisce il rischio: la gravità di un Parlamento inefficace e rozzo. Tutto è un gioco di frecciatine social, pensieri brevi ed incorretti studiati per la rabbia popolare, un teatro di pessimo gusto che va, purtroppo, molto di moda.


7 risposte a “Sul senso del dovere dimenticato”

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