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“La Nausea” che ritorna troppo spesso


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Un giro di incomprese parole poi annegate nell’oceano del tempo: questo scriveró fra vent’anni.Ho letto tante e troppe, in quest’anno infinito, notizie sulla situazione sanitaria e, più volentieri politica, che ad un certo punto qualcosa si è rotto.

Nel circolo infinito di buffonate e giochi di potere La Nausea di Sartre è il libro che avevo stampato in mente. Cinicamente ogni volta che ci accade qualcosa fuori dall’ordinario ne siamo assuefatti fintanto che non arriva l’abitudine. Se vogliamo, la comprensione dell’infinito circolo di banalità.

Mi sembra che anche i giornali in questi giorni- o forse è solo l’impressione- procedano a passo più stanco e lento nel resoconto delle vittime e della parole degli scienziati. Persino loro si sono abbondantemente stufati della notizia trita e ritrita.

Quello a cui dovevamo dar peso nei mesi precedenti è stato ben presto dimenticato. Alla fine qualcuno esce sempre fuori ad urlare ed implorare per la dose quotidiana: “questi sprovveduti, all’aperto mentre prendono il caffè al bar… e i bambini a scuola? Incoscienti! Unica soluzione è chiusura totale!” Mentre noi altri, pacati, attendiamo si dissipino le ultime battaglie per tornare a studiare, a farsi esaminare, senza la crudele sensazione di essere gli ultimi.

Qui invece, fra le mie stanze, oramai si cerca il più possibile di attenersi alle poesie, ai libri sparsi e alla buona musica. Non sembra neanche improbabile che nella sventura condivisa finalmente qualcuno sia riuscito a trovare la pace, al riparo dal caos.

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