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L’intervista: due minuti con il filosofo Diego Fusaro

diego fusaro intervistato da valentina falsetta


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Ho seguito con attenzione l’attività social del filosofo Diego Fusaro, incuriosita dalle critiche che suscitano alcune sue posizioni ho ascoltato le partecipazioni televisive che si sono susseguite negli ultimi mesi. Mi interessava porgli alcune domande su quelli che sono i temi più dibattuti e condivisi nel web, gli stessi che il 90% delle volte provocano offese gratuite, invero solo il 10% si dedica ad una critica ragionata e attenta.  

Peraltro ho visionato un articolo della testata The Vision pubblicato l’anno scorso, ciclicamente riproposto sulla loro pagina facebook, ed ho colto anche lì alcuni spunti di riflessione che intersecano filosofia e politica. Qui il link: https://thevision.com/attualita/diego-fusaro-pericoloso/ 


I focus

Un uomo di destra sotto le spoglie di un uomo di sinistra?

Il tono sovente utilizzato negli articoli di critica rivolti alla sua figura di “opinionista” è quello duro e acceso dei simpatizzanti di sinistra. Nello stesso articolo di The Vision si è dato luogo ad un’analisi attenta delle sue idee su temi che provocano sempre scalpore sui social: aborto, immigrazione, omosessualità. Viene paragonato ad un destroide che si appropria delle idee di sinistra, schermandosi dietro il volto e il pensiero di filosofi noti. L’elemento su cui mi trovo maggiormente in disaccordo è il fatto che gli si accrediti l’immagine di chi “parla alla pancia del Paese come la destra fingendo con termini arcaici di parlare al cervello”. Seppur criticabile come qualsivoglia personaggio pubblico, non trova che questo schernire la dialettica per criticare il pensiero sia oltremodo rappresentativo dello stesso fascismo che addossano alla sua figura? Peraltro, pur non trovandomi sempre d’accordo con Lei, sono sostenitrice di un modus operandi riflessivo e che non si trinceri dietro le frasi telegrafiche: apprezzo il pensatore Fusaro, prima di criticarne l’ideologia, insomma.

Diego Fusaro: Naturalmente io occupandomi di filosofia amo le critiche argomentate, scientifiche, pacate. Purtroppo come molto spesso accade, com’è sicuramente il caso di questo giornaletto in rete The Vision, la critica è solo in apparenza scientifica. In realtà è una sorta di damnatio integrale che mira non a dialogare o a criticare in vista dell’avanzamento della scienza ma in vista solo della distruzione, è una critica livorosa e non pensata e come e tale va considerata, tra l’altro sull’aborto non credo di aver mai detto nulla di quello che mi viene attribuito eventualmente, cosa avrei detto sull’aborto che non va bene? Ho anzi detto che la legge sull’aborto così com’ è è buona, e che personalmente penso che l’aborto si combatta in maniera culturale mostrando le indicazioni del caso, quindi non capisco il fondamento. Sull’omosessualità non ho mai detto assolutamente nulla, per me è totalmente irrilevante se una persona sia omosessuale bisessuale o trisessuale. Non ho capito veramente dove sia il punto di questa loro tesi, aspetto sempre le critiche con piacere, purtroppo non le vedo arrivare, anzi vedo arrivare offese livorose e attacchi personali. Ma come dicevano i greci: quando non sei in grado di attaccare il carme si attacca il poeta, mi spiace perché si screditano un po’ così facendo. Perché se tu vai di fronte a chi elabora un pensiero piccolo o grande che sia non parlando del pensiero ma parlando della sua persona e cerchi di etichettarlo, allora riveli una certa impotenza culturale. 

Fusaro ha riformulato il comunismo in chiave errata?

Il focus dell’articolo che le citavo è che, a detta loro, “Fusaro distorce l’idea di sovranità del comunismo.” Mi spiego meglio: “non c’è traccia di nazionalismo claustrofobico in Gramsci, che anzi lo vedeva come una deriva da combattere attraverso un’unione europea dei popoli”. A questo proposito, il filosofo Fusaro, lo stesso che nelle ore di filosofia al liceo ascoltavamo su YouTube, che cos’ha da dire? So che ha tenuto ad Harvard un seminario su Antonio Gramsci, quindi lascerei a lei la spiegazione e la visione critica, ove ci sia, del pensiero comunista

Diego Fusaro: Che non ci sia traccia di nazionalismo claustrofobico in Gramsci è evidente, com’è altresì evidente che non c’è nel mio pur modesto pensiero, vorrei sapere dove l’hanno rilevato questo nazionalismo claustrofobico. Appellarsi alla costituzione e all’idea della sovranità popolare è nazionalismo claustrofobico? Allora anche i padri costituenti erano nazionalisti claustrofobici, quindi mi pare veramente che siano critiche infondate, critiche di superficie, dove non si parla mai della questione nella sua totalità. 

Il lockdown cavallo di Troia per un nuovo capitalismo?

Per ultimo, ho seguito sul suo profilo Facebook le critiche alle decisioni del governo attuale. Sempre con approccio riflessivo ha sostenuto la visione del lockdown come una sorta di “cavallo di Troia”, mi passi il paragone, utile a far passare in secondo piano le libertà del cittadino, a far permanere più a lungo del virus stesso la sospensione dei diritti. Crede che in Italia, al momento, ci sia una forza realmente in grado di tenere le redini del Paese in un futuro neanche troppo lontano?

Diego Fusaro: Non è una questione di Italia soltanto. Siamo al cospetto di una riorganizzazione generale del capitalismo e di conseguenza anche in Italia. E’ evidente che il virus – che esiste e che ha prodotto purtroppo molte morti – è stato altresì utilizzato, pur realmente esistente, come metodo di governo per imporre politiche che presentano una nuova razionalità. Una nuova razionalità politica, ecco potremmo chiamarla così. E questo è sotto gli occhi di tutti noi, fenomeno visibile anche in Francia e in Spagna. In definitiva siamo all’interno di un nuovo modello di capitalismo. 

Ho la netta impressione che il filosofo Diego Fusaro sia più moderato di quanto la cloaca maleducata del web, a volte, faccia sembrare. Le idee sono quelle di un pensatore, condivisibili o meno, i concetti sono ben lontani dall’essere meri complotti. Consiglio la visione dei video presenti nell’articolo.

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